La camomilla è una pianta che tutti noi conosciamo fin da bambini, sia perché l’abbiamo vista nei campi e nei giardini fuori casa, ma soprattutto perché in caso di agitazione e di piccole coliche il rimedio d’elezione in ambito familiare è sempre stato l’infuso di camomilla.
La camomilla va annoverata tra le piante medicinali più note fin dall’antichità e sicuramente fra quelle più impiegate nella medicina popolare: è usata da millenni come rimedio, come cosmetico e per insaporire gli alimenti. La camomilla comune è conosciuta da sempre come pianta ad attività antispasmodica particolarmente indicata per sedare manifestazioni dolorose, dalla colica intestinale alla dismenorrea, e possiede indubbie proprietà antinfiammatorie e cicatrizzanti. Alla droga intera vengono anche attribuite proprietà blandamente sedative del sistema nervoso, ma tale impiego è solo della nostra tradizione e di pochi altri paesi latini, mentre il resto dell’Europa utilizza la camomilla esclusivamente per le proprietà spasmolitiche, antinfiammatorie e carminative. Infatti, tranne che in Italia, uno degli usi più comuni di Chamomilla recutita (Matricaria recutita secondo la Farmacopea Europea) è proprio per il trattamento della gastrite comune.
Nella mitologia egizia il fiore di camomilla era dedicato al Dio del sole e la camomilla per gli antichi egizi era un’erba officinale tra le più pregiate, veniva utilizzata nel trattamento delle sindromi febbrili, soprattutto della febbre malarica. Nell’imbottitura della mummia del faraone Ramsete II sono state rinvenute tracce di polline di camomilla, infilato con la probabile intenzione di infondergli la forza e la calma necessarie ad affrontare il viaggio nel regno dei morti. Il medico greco Dioscoride e il naturalista romano Plinio, consigliavano la camomilla nel trattamento della cefalea e dei disturbi renali, epatici e vescicali e i medici ayurvedici dell’antica India la impiegavano con applicazioni analoghe. I popoli germanici usano la camomilla da tempi antichissimi per curare i disordini digestivi e per alleviare i dolori mestruali.
Il fitocomplesso della camomilla è costituito da un insieme di componenti di natura lipofila (composti dell’olio essenziale che sono solubili in solventi poco polari come oli, solventi organici e alcol) e da una serie di componenti idrofili (i flavonoidi e i polisaccaridi che sono solubili in solventi più polari come l’acqua). L’attività antispasmodica e antiflogistica è dovuta all’insieme di questi due gruppi di sostanze e quindi diventa cruciale trovare un metodo di estrazione che permetta di avere la presenza di tutti i composti nell’estratto.
Il medico tedesco Rudolf Weiss consigliava la “rock kur” (cura del rotolamento) in caso di ulcera gastrica, cioè il paziente assumendo la tisana di camomilla la mattina a digiuno, ancora coricato, dovrebbe cambiare posizione ogni 5-10 minuti per facilitare il contatto dell’infuso con le pareti gastriche. Sicuramente è consigliabile infondere la camomilla a lungo, anche per 15-20 minuti, possibilmente in un recipiente chiuso e da alcuni autori è indicata anche una breve decozione prima dell’infusione. In generale si consiglia l’assunzione di 3 grammi di capolini in 150 ml di acqua bollente, lasciando infondere per 10-15 minuti, filtrare e bere tre o quattro volte al giorno, tra i pasti. Bambini: 1g (6 mesi – 2 anni), 1,5 g (2-6 anni).